Shoujo e dintorni

Sakamichi_no_Apollon

Sakamichi no Apollon – Kids on the Slope

Vorrei parlarvi di questo anime prima che finisca nel dimenticatoio per sempre.
Sakamichi no apollon – Kids On The Slope è una serie di 12 episodi, leggera, ambientata nel Giappone degli anni ’60, che potrà far felici i cultori del jazz. Ciò che non ho apprezzato, nonostante il tentativo di dare alla storia particolare profondità, è la banalità della trama e i risvolti implicitamente gay che nel finale mettono al primo posto l’amicizia uomo-uomo in senso romantico. Come in molti sappiamo, nei manga e negli anime si ama spessissimo giocare su queste cose in modo più o meno nascosto e in Sakamichi no Apollon a mio parere se ne ritrova un classico esempio.

Gradevole la OST, ed in particolare la versione di My favourite things.

La serie, del 2012, è tratta dall’omonimo manga del 2007 in 10 volumi edito da Panini Comics. Il tutto è sconsigliato a meno che non siate gay o filogay.

My Favourite Things – Sakamichi no Apollon

shigatsu

Shigatsu wa kimi no uso – La tua menzogna nel mese di Aprile

Un altro anime dedicato agli amanti della musica. La serie ruota intorno alla musica classica. In realtà, chi studia musica per davvero non apprezzerà questa serie a causa della superficialità di cui è intrisa, sia per quanto riguarda le questioni tecniche che per quanto riguarda la storia. La trama è incentrata su di un protagonista represso e obbligato fin da piccolo a suonare il piano da una madre severa, solito cliché di quando si parla di danza o di pianoforte. La protagonista femminile vale la serie, che risulta relativamente coinvolgente e che troverei comunque nel complesso adatta a ragazze under 15. La cosa veramente bella è il titolo, che tradotto vuol dire “La tua menzogna nel mese di aprile”. E’ costituita da 22 episodi tratti dal’omonimo manga di 11 volumi ancora inedito in Italia. Non lo consiglio, tant’è che nemmeno io ho retto fino alla fine della serie.

Fushigi Yuugi – Il gioco misterioso – Serie OAV

fushigi yugi

Questo invece non è affatto un prodotto nuovo, ma del 1996, si tratta di alcuni OAV che si collocano dopo la prima serie tv di Fushigi Yugi (di 52 episodi)
Quando mi approcciai ai manga, ero ansiosa di comprare altri manga oltre a quei 2-3 che già leggevo (Inuyasha, Ranma e qualche serie breve) e alcune ragazze mi consigliarono Fushigi Yuugi. Fin da subito il manga mi colpì per i bei disegni e per l’innumerevole quantità di uomini che si contendevano solo un paio di ragazze, tant’è che su Animeclick è classificato come un reverse harem. Fushigi Yuugi è uno di quegli shoujo squisitamente destinati ad un pubblico solo femminile, fatto di ragazze indecise fra molti cavalieri tutti equivalentemente belli e devoti a loro. Mi annoiò presto al punto da abbandonarlo, e completai il manga solo molti anni dopo, riconoscendo a Fushigi Yuugi di essere comunque un’opera lunga e complessa, superiore a molti altri shoujo in circolazione sia per la storia che per i disegni e che sicuramente, trasformato in anime, non sarebbe stato poi così diverso da altri anime che avevo amato da bambina. Mi ricordava per certi versi le storie fantasy delle Clamp, come Rayearth, o altri loro manga. Tutto perfetto, disegni, storia, intreccio, eppure, nessun coinvolgimento: Fushigi Yuugi è piatto.
Ritrovando oggi su VVVVD questi OAV di Fushigi Yuugi, li vedo con piacere, eppure non ne consiglio a nessuno la visione senza aver letto il manga o visto i 52 episodi precedenti visto che si collocano a valle di tutti gli eventi.
La nota positiva è il fascino anni ’90 della serie, adatta ai nostalgici, a chi è alla ricerca di qualcosa di leggero, vintage ma non troppo. Sconsigliato.
Watasegkwallpaper08

Toradora!

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Premetto: non è il mio genere. Eppure, merita attenzione e la notorietà che ha. I personaggi sono originali, ben caratterizzati, e la storia, pur rimescolando le solite carte (non c’è nessun elemento fantastico all’interno, è un semplice shoujo/shounen scolastico), si differenzia da quella degli altri anime del suo genere. 2008, 26 episodi.
Davvero consigliato. Ryuuji e Taiga sono fantastici.

Beyond The Clouds – The Promised Place

Faccio e rifaccio lo stesso sogno. Nel sogno, sono sola in un universo vuoto.

Titolo originale: Kumo no Muko, Yakusoku no basho
Anno: 2004
Regista: Makoto Shinkai.

Dopo Hoshi no Koe, Makoto Shinkai ritorna a parlare di fantascienza. In maniera sommaria, come una scusante per l’amore. Beyond The Clouds ha una trama complessa ma non approfondita, forse troppo elaborata per essere spiegata in un unico film (oppure, ammettiamo che Makoto Shinkai sia stato ancora troppo inesperto). Beyond the Clouds ha del potenziale, purtroppo distrutto dalla stucchevolezza predominante nel finale, dai personaggi spesso solo abbozzati, dal modo in cui la guerra e l’elaborata science-fiction non siano per niente giustificate. Insomma, forse non è un caso che entrambe le volte che ho provato a vederlo m’è venuto veramente tanto sonno.
Tuttavia, Beyond The Clouds ha degli aspetti positivi. La tristezza, il tema del sogno, i luoghi che Makoto Shinkai ricrea nei suoi film. La lontananza, l’abbandono, il senso di vuoto, i colori pastello nei propri ricordi nell’adolescenza. Insomma, this movie is fucking depressing. Da vedere se siete già depressi, così non rischiate niente. Oppure se state benone, così niente vi scalfirà…

Altre opere di Makoto Shinkai:

Voices of a Distant Star – Hoshi no Koe

5 Centimeters Per Second

Frasi da Beyond The Clouds:

Faccio e rifaccio lo stesso sogno. Nel sogno, sono sola in un universo vuoto. Nel sogno, il mio corpo… dita, guance, unghie, talloni e anche le punte dei miei capelli dolgono dalla solitudine. Quei caldi giorni che passammo insieme sembrano sempre più come un sogno. Ma finchè non perdo quei ricordi, penso di poter mantenere una salda presa sulla realtà. (Sayuri)

Ho sempre questa sensazione. La sensazione che sto perdendo qualcosa. Il mondo è veramente bellissimo ma… sembra che solo io mi stia allontanando da esso. (Sayuri)

Ma in quel momento pensai che Sawatari fosse il centro di questo mondo brillante. (Hiroki)

E quando penso che il mio cuore stia per scomparire, vedo un aereo bianco nel cielo. (Sayuri)

Spoiler: Certo che il finale fa proprio incazzare. Il mondo forse verrà cancellato da un altro universo e l’unico problema di quegli idioti è dirsi ti amo? E poi a lei piaceva l’altro, come lo spiegate?

Welcome to the NHK!

E’ tutta una cospirazione!

Welcome to the NHK – NHK Ni Youkoso è una serie del 2006 di 24 episodi prodotta dallo studio Gonzo. E’ una serie originale e divertente, ma soprattutto istruttiva.
Ci si cala nella visione del mondo di un hikikomori, ovvero:

Hikikomori (ひきこもり o 引き篭り Hikikomori?, letteralmente «stare in disparte, isolarsi») è un termine giapponese che si riferisce a coloro che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale, spesso cercando livelli estremi di isolamento e confinamento a causa di vari fattori personali e sociali delle loro vite. Il termine si riferisce sia al fenomeno sociale in generale che a coloro che appartengono a questo gruppo sociale. Alla pressione del mondo esterno, gli hikikomori reagiscono con un completo isolamento sociale. In alcuni casi, si chiudono in una stanza per periodi prolungati, a volte per anni. Di solito hanno pochi amici, se ne hanno.
Si tratta, nella sostanza, di quella categoria di persone che non studiano né lavorano.

Il termine Hikikomori può essere visto come un sinonimo di NEET, Not In Education, Employement or Training.

Ma non solo, in NHK Ni Youkoso viene esplorato quanto di peggio ha portato la società moderna, attraverso differenti e preoccupanti modalità di risolvere il cosiddetto male di vivere. Isolamento, psicofarmaci, suicidio di massa. I personaggi di NHK sono personalità deboli che oltre a ciò, facilmente possono cadere vittime di società truffatrici a sistema piramidale o di decisioni prese da altri.

Accompagniamo nel suo viaggio verso la “liberazione” Sato, un giovane di 22 anni che ritiratosi dall’università all’insaputa dei genitori continua a fare la vita dello studente fuorisede in un piccolo alloggio in affitto, vedendo televisione tutto il giorno e non uscendo praticamente mai, se non per fare la spesa o fare una breve passeggiata la domenica pomeriggio in dei giardini poco distanti. Qui incontra Misaki, una ragazzina ben più piccola di lui che si offre di aiutarlo e costringe Sato a firmare un contratto. Ogni giorno, alle ore 21, i due si incontreranno al parco per tenere un ciclo di sedute che dovrebbero portare Sato a reinserirsi nella società. La piccola Misaki in realtà non ha del tutto ben chiaro cosa fare con Sato. Leggono insieme libri di filosofia o di psicologia e il loro rapporto resta quasi sempre distante come quello di un’insegnante e del suo alunno.

Ho bisogno di te perché ho bisogno di qualcuno che sia ad un livello di disperazione peggiore del mio.

Sato ha un unico amico, Yamazaki, che abita nell’alloggio adiacente. Yamazaki non è tanto meglio di Sato: sì, frequenta ancora l’università, ma ha anche lui pochi amici ed un carattere impulsivo ed immaturo, ed un difetto immane: l’essere otaku. Di per sè, non una cosa così terribile, ma il circondarsi continuamente solo di gal-games (sostanzialmente dei videogiochi porno), action figures e ogni sorta di gadgets del suo idolo Pururin fa sì che Yamazaki viva sostanzialmente in un mondo tutto suo, incompatibile con la realtà.

Fin dal primo episodio, questa canzone ossessiona Sato.
La sente di continuo, la odia, una canzone stupida e priva di senso. Ad ogni ora del giorno, proveniente dall’alloggio di fianco. La canzone di Pururin.

Scoprirà così che di fianco abita Yamazaki, ed è lui che la tiene fissa in repeat.
Dopo di ciò, anche Sato, da che odiava Pururin, ne diventa un fan sfegatato. Ma non solo, al peggio non c’è mai fine.
Successivamente Sato si perde nel netgaming e passa nottate intere a giocare a una sorta di World of Warcraft o Ultima Online; per seguire la senpai di cui è innamorato dai tempi del liceo viene coinvolto in un suicidio di massa; un’altra ex compagna lo costringe a fidelizzarsi ad una società che commercia prodotti di un’inutilità portentosa.

Sarà la fame a salvarlo. Ciò che non poterono le chiare conseguenze dei suoi molteplici errori, nè gli insegnamenti della graziosa Misaki-chan (che si rivela essere messa male quasi quanto lui), poté la vera e propria fame. Quando, FINALMENTE, i genitori gli tagliano i fondi, Sato smette di fare il cretino e va a lavorare. Vince le sue paure e inizia una vita circa normale, come ausiliario del traffico. Si invertono le parti. D’ora in poi sarà lui ad aiutare Misaki-chan con i compiti di scuola, lei che è scolasticamente molto indietro ed è reduce da un tentativo di suicidio.

Un personaggio che mi piace molto oltre Misaki-chan è la senpai di Sato, Hitomi Kashiwa.

E’ una ragazza apparentemente sicura di sé, lei e Sato hanno passato gran parte del liceo insieme, facendo parte dello stesso club, il club di letteratura. In pratica giocavano a carte.
I due sembrano uniti da una forte noia esistenziale. Sono convinti che il mondo sia governato da una cospirazione, la NHK, acronimo di Nippon Hikikomori Kyokai (ma NHK è anche il nome di una famosa emitettente televisiva giapponese). Tutto cospira contro di loro: la televisione, la società, l’economia. Tutto mira a far rifugiare le persone nell’isolamento, e a prendersi gioco di loro e della loro inadeguatezza al sistema.

E’ tutta una cospirazione, ed è per questo che non c’è spiraglio di risalita.

Solo concluso il liceo, la senpai dirà a Sato che erano stati due stupidi: avrebbero potuto stare insieme sul serio, invece di giocare a carte tutto il tempo.

Anche Misaki, è per Sato un sadico tassello preordinato dalla cospirazione. E’ lì per dargli speranza, per poi togliergliela e farlo ricadere per sempre nell’abisso.

Veniamo alle considerazioni pratiche sull’anime in questione: è eccellente circa fino a metà serie, dopo inizia ad essere ripetitivo. Vengono inseriti sempre nuovi problemi e assume sempre più un aspetto didattico, ma questo influisce sulla qualità complessiva dell’anime. Sembra una forzatura, passare dal netgaming alle società piramidali, senza un giusto raccordo.
La colonna sonora è veramente bella, merita molto. Ma anche quella, in tutti e 26 gli episodi non viene mai rinnovata. Le immagini sono molto belle, bei dialoghi.
Nonostante il difetto citato il finale risana la caduta. E’ un anime che porta a riflettere, con dei personaggi veri, nemmeno calcati. E’ un anime molto divertente e allo stesso tempo pesante per i suoi contenuti. Perché NHK Ni Youkoso rappresenta la realtà, non solo del Giappone ma in una non trascurabile percentuale anche in Occidente.

Manga

Di NHK Ni Youkoso esiste anche una serie manga di 8 volumetti, completata, del 2004. Il tratto è pulito e lineare e sembra che segua fedelmente la storia dell’anime, approfondendone meglio alcuni punti. Prima o poi la leggerò… Edito da JPop.

Hitori Bocchi

like my dreams are a tent I'm turning inside out
the pattern made of happier times becomes plain and boring again
just like paper rots and turns yellow
all my words freeze up inside this machine

knock knock knock
embracing a silent space,
hitting the walls uselessly,
leaving everything unsaid

knock knock knock
embracing the pitch black night sky,
traveling into the boundless universe...
welcome to loneliness
loneliness... loneliness

at the city left at the bottom of the sea
your smile disappears into a green shadow
you speak to me only of regrets
like Othello, while breaking up light

knock knock knock
overflowing with the heartbreak of our fantasies
a flood in my mouth and ears and eyes;
the all-pervasive media is soaked up by my brain

knock knock knock
because of the loss of gravity
I realize my empty uselessness...
welcome to loneliness
loneliness... loneliness 

Quotes:

In un drama c’è una trama ben definita, un’esplosione di sentimenti, che porta a una conclusione. I nostri giorni, invece, sono pieni di un’angoscia mista a confusione.

Se questa è la trappola, potrebbe anche starmi bene.

E’ tutta una cospirazione!

Ho bisogno di te perché ho bisogno di qualcuno che sia ad un livello di disperazione peggiore del mio.