Interstellar: “Di questo film ci è piaciuto molto il menu” (Cit.)

interstellar

“Tutto quello che può accadere, accadrà.”

Per la gioia della mia amica Ida ritorno con un breve commento su quello che è, purtroppo, il film dell’anno, Interstellar di Christopher Nolan. Sì, perché da quando è accaduta la disgrazia d’aver fatto uscire in sala un film assolutamente perfetto e allo stesso tempo straordinariamente commerciale, facendo leva sui ricordi della nostra infanzia, sul lato tenero e allo stesso tempo ribelle di ognuno di noi (sto ovviamente parlando di Batman – Il Cavaliere Oscuro, che fragoroso sconvolse l’estate del 2008, e indelebilmente quella dei miei vent’anni, che è la stessa), Nolan non ce lo togliamo più dalle palle. O meglio, non ci togliamo più dalle palle tutti quelli che parlano di Nolan, lo attendono e inneggiano ogni volta al capolavoro, e cercano in tutti i modi degli aspetti positivi nei suoi film in modo tale da autoconvincersi che siano sul serio dei film fenomenali. Ok, Nolan sta sfornando da anni dei film che non sono per niente male, insomma, più che decenti, se collocati nel normale contesto cinematografico dell’ultimo decennio, dove per contesto cinematografico intendo le multisale con i popcorn, i nachos e la gente che non ha niente da fare il sabato sera, ma forse neanche il lunedì, il martedì, il mercoledì e così via. Non so se avete presente quel genere di persone. Non voglio espressamente criticare: è davvero bello andare al cinema, mi piace molto, mi è sempre piaciuto. Ma i film di Christopher Nolan li trovo in qualche senso come un’espressione pop esattamente come potrei trovare interessante il menu del bar fuori al cinema con il cesto di popcorn da 6 euro, non so se mi spiego. Non è sempre stato così, ovvio. Nolan ha fatto dei film che mi sono piaciuti VERAMENTE (Memento, Il Cavaliere Oscuro) ma non per questo posso accettare che non si parli altro che di Interstellar o di Inception quando altri film molto più validi scivolano via fuori dalle programmazioni in modo abbastanza inosservato.

Interstellar è un polpettone. E’ un enorme polpettone. L’ho detto. Ce l’ho fatta. Eppure non si è parlato d’altro per settimane, e chiunque – anche i non fan del dell’atmosfera popcorn multisala etc. – ha deciso di andarlo a vedere. Interstellar è un grande omaggio alla fantascienza degli anni ’70, a 2001 Odissea nello Spazio, per intenderci.
E’ l’esempio di come si possa fare oggi un film quasi con l’estetica del 1968. Nolan ha molto calcato la mano su questo, forse comprendendo che solo così avrebbe fatto la differenza. Ma a me è sembrato il gioco di un ragazzino appassionato di vintage che aveva voglia di mixare trame apocalittiche con i film che hanno segnato ed influenzato il suo percorso in gioventù, e inserire, visto che in fondo bisogna fare un film carico di sentimenti, insomma, un capolavoro, anche un po’ di sano pathos tra vecchietti.
Quello che voglio dire è che per dover subire una cosa così, guardo direttamente 2001 Odissea nello Spazio o un altro film dello stesso livello. Che almeno parlano meno e sono meno irritanti nel parlare di scienza, facendolo male, con una convinzione che non gli si addice. Interstellar esplicita troppo le idee che porta con sé finendo per essere stucchevole, difetto che in un film di fantascienza che si rispetti non voglio mai vedere. Non si sa bene dove vuole andare, e anziché porre delle domande, vuole dare risposte, le quali possono anche essere interessanti per certi aspetti ma in questo caso finiscono per assumere un’estetica ridicola, quella di un polpettone congelato comprato da Eurospin mangiato la domenica andando a messa nella speranza che sia buono come quello che la nonna ci faceva un tempo, nella nostra infanzia.
Con questo non voglio dire che sia un brutto film. Interstellar – nonostante in molti mi avessero detto che era “DUE PALLE”, “LA NOIA”, etc., scorre bene, e mi ha appassionato per tutte le sue 2 ore e 40 (che forse erano sul serio troppe per uno spettatore medio, perché ripeto, a vederlo ci sono andati sul serio cani e porci).
In sala, visto che l’eleganza dalle mie parti è sempre molta, era un continuo sentire di “uffffffff” “amò m’sto addurmenn”, “amo’ mi hai sentito? oh ma staj rurmenn pur tu? amo’ sveglia!” “basta” “nun c’a’ facc chiù”.
A me invece Interstellar ha appassionato molto: in alcuni punti la tensione era abbastanza e mi aspettavo che da un momento all’altro succedesse qualcosa di veramente figo, dato che il film era iniziato relativamente bene. Speravo che i pianeti da visitare fossero molti, sempre più belli, e che succedessero cose. Speravo in un momento risolutore. Speravo.
E continuo a ripetere che Interstellar non è un brutto film, ma è esattamente come Inception: parte da un’idea veramente bella per poi dispiegarla male però facendo comunque in modo che tutti nei loro giudizi rimangano influenzati dalla fighissima idea di partenza.
Mi sento in colpa nei confronti di Interstellar e voglio ripetere che non è un brutto film

No, non è un brutto film

Non è un brutto film,

Non è per niente un brutto film.

PERO’ MI HA FATTO VERAMENTE SCHIFO, Nolan, perdonami, e per quanto Kubrick mi avesse stancato da almeno 10 anni ho tanta voglia di andare a piangere su quella videocassetta di 2001 Odissea nello Spazio che proruppe nella mia adolescenza in allegato al Sorrisi e Canzoni e che ora è in cima a una libreria Ikea a prendere polvere, e se voglio farlo, Nolan, è solo colpa tua, perché Kubrick mi aveva sfasciato le palle già nel 2004 insieme a tutti i suoi fan, ma dopotutto, penso, meglio lui che te, meglio i suoi fan dei tuoi, meglio pensare al monolito nella camera da letto che ai tuoi improbili soldatini a forma di parallelepipedo nero.
Quello sì che era bello veramente. Non Interstellar.
Mi dispiace, Nolan, io ti volevo bene.

monolith

“Di questo film ci è piaciuto molto il menu” (Cit.)
Da sottolineare il menu: Patatine Più Gusto San Carlo e Chipster in confezioni MAXI, comprati gentilmente da Auchan dal cavaliere che era con noi, in modo tale che il crunch crunch durasse per tutte le 3 ore di film. (In realtà non era neanche finita la pubblicità iniziale che erano già finite le patatine).

No, però, vi giuro che non è un brutto film. Lo rivedremo ad una festa a capodanno, è deciso. Solo che io sarò assente.

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